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Prostata: quante biopsie inutili a causa del PSA?

di simona 15 marzo 2011

Superati i 45 anni, uno degli esami classici a cui vengono sottoposti gli uomini è la verifica del livello di PSA (Antigene prostatico specifico) un marcatore impiegato per la diagnosi del tumore della prostata. In realtà da alcuni anni il valore predittivo di tale esame è messo in discussione dalla comunità scientifica, fino allo studio diffuso da qualche giorno che addirittura indica come la variazione del livello di Psa  non sia un fattore predittivo di cancro alla prostata, e che il suo utilizzo massiccio, causi molte biopsie inutili. Addirittura  i ricercatori del Memorial Sloan-Kettering Cancer Center (New York, Usa) ipotizzano di rimuoverlo come esame di screening.

Lo studio

Il loro studio, condotto su oltre 5000 uomini di 55 anni di età media seguiti per 7 anni, è stato pubblicato sul Journal of National Cancer Institute. “Non abbiamo trovato prove a sostegno del fatto che gli uomini con un’alta velocità di Psa debbano essere sottoposti a biopsia in assenza di altre indicazioni – spiega Andrew Vickers, principale autore dello studio -. In altre parole, se i valori del Psa di un uomo sono aumentati rapidamente negli ultimi anni, non vi è alcun motivo di preoccupazione se il suo livello di Psa totale è ancora basso e il suo esame clinico è normale”.

Certamente ancora, almeno secondo l’AIRC, Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro, la procedura di diagnosi prevede visita con esplorazione rettale e in caso di ingrossamento della ghiandola, dosaggio del PSA nel sangue, che, se superiore di 4 nanogrammi su millilitro di sangue, porta alla biopsia della prostata per aumentato rischio tumorale. Solo in questa fase verrà prelevato del tessuto per un esame istologico, anch’esso a volte non predittivo, causa la localizzazione e la dimensione limitata del possibile tumore in fase precoce.

PCA3: nuova frontiera?

Recentemente è apparso alla ribalta un nuovo esame, più specifico, che non sostituisce il PSA ma lo affinca nei casi dubbi:  il test riguarda il gene PCA3,  specifico per il cancro della prostata. È presente a livelli più alti nel tessuto tumorale prostatico rispetto al tessuto prostatico normale. Il  PCA3 Assay determina la probabilità della presenza di cellule tumorali nella prostata. E’ un gene prodotto solo dalle cellule tumorali della prostata, e non ha legame diretto con la dimensione della stessa, per questo più predittivo probabilmente, e importante per evitare biopsie inutili.

In conclusione…

Il dibattito aperto quindi in questo momento è sulla necessità di uno screening di massa del PSA, o piuttosto un suo utilizzo solo se in presenza di altri sintomi significativi. Se sia meglio quindi rischiare biopsie inutili, per prevenire, o se l’incidenza di questo tipo di tumore nella popolazione, non altissimo, circa 9000 casi l’anno in Italia, e la sopravvivenza a 5 anni dalla scoperta che supera il 70 % della popolazione malata, in realtà sconsiglino di usare un marker che potrebbe essere così poco significativo, secondo i recenti studi citati.

Approfondimenti su:

Antigene Prostatico Specifico – Scarica il documento in PDF

Nuovo Test Salva Prostata – dal Sito BioSpazio

Il Prostate CAncer gene 3 (PCA3) è un test basato sui geni effettuato su un campione di urina in inglese, dal sito PCA3.org – Helping you to decide when prostate biopsy is right

Una replica a “Prostata: quante biopsie inutili a causa del PSA?”

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